Il Terzo Paradiso cresce, ancora. A dare nuova linfa al segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto sono di nuovo loro, gli ambasciatori Rebirth. Energie e impegno continuano a essere profusi nelle ambasciate ubicate in ogni parte del mondo: l’obiettivo comune, nonostante la differente provenienza e la distanza geografica, è ispirarsi ai principi del Terzo Paradiso, applicando nel quotidiano quell’unione armonica ed equilibrata tra natura e artificio prevista dal simbolo; un processo che si avvale del metodo demopratico, si ispira all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e ha la sostenibilità come parola chiave. I 168 portavoce attivi del simbolo trinamico non agiscono in autonomia, ma possono contare su una serie di frangenti di confronto e condivisione. Riunirsi, appunto: il momento a cui facciamo riferimento, il meeting annuale degli ambasciatori svoltosi a Bologna venerdì 24 gennaio, ha avuto come motto Contiamoci per contare. L’appuntamento ha infatti visto convergere alla Fondazione Golinelli un nutrito numero di ambasciatori e responsabili degli uffizi di Cittadellarte, naturalmente con la partecipazione di Michelangelo Pistoletto.
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Gli interventi di Saverio Teruzzi, Michelangelo Pistoletto e Paolo Naldini.
Anche se il programma ha previsto confronti e tavoli di lavoro dalle 15 alle 19, la giornata è iniziata molto prima: il riferimento non è solo al talk L’arte della cura presso Arte Fiera, ma ai semplici saluti tra gli ambasciatori. Come? I saluti? Sì, perché a rivedersi non erano colleghi o singoli soggetti, ma membri di una squadra comune, o meglio, della stessa famiglia. L’affetto, tra molti di loro, si percepiva. E Michelangelo? Lui, naturalmente, nelle vesti di ‘padre artistico’ di tutti gli ambasciatori. Ed è quando si fa parte di un collettivo che si può dare il meglio.
Dopo il benvenuto, il gruppo, come a rafforzare questo rapporto fortificato nel corso del tempo, si è reso protagonista di una performance prima dell’inizio dei lavori. Guidata dagli ambasciatori Marco Papa e Tiziana de Tora, i partecipanti hanno creato un’installazione collettiva, ispirandosi al Terzo Paradiso di Teggiano (già ospitato e proposto durante il Rebirth Day al Macro Asilo di Roma). Ne sono nati una nuova opera, una collaborazione anticipata, una foto di gruppo. Tanti sorrisi, con la voglia di cominciare a lavorare uniti.
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La realizzazione del Terzo Paradiso e il gruppo degli ambasciatori.
A dare il via al pomeriggio di lavori sono stati Saverio Teruzzi, coordinatore Rebirth/Terzo Paradiso (con un’introduzione), seguito da Michelangelo Pistoletto (con un intervento sul suo segno-simbolo) e Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte (con un’analisi sull’Opera Demopratica). I tre relatori hanno tessuto il filo della giornata, presentando i topic da affrontare. La questioni oggetto di dibattito attorno ai tavoli di lavoro del pomeriggio sono state due: come coniugare Ambasciata e Opera Demopratica e come rendere sostenibili le Ambasciate e la Fondazione Pistoletto in quanto casa madre del progetto del Terzo Paradiso. I presenti, così, riuniti in quattro gruppi e guidati da altrettanti facilitatori, si sono confrontati sul tema suggerito. L’intero incontro ha inoltre visto la partecipazione di un pubblico ‘esterno’ alle ambasciate: persone di tutte le età – definiti per l’occasione ‘uditori’ – hanno preso parte alle plenarie e ai tavoli, scoprendo da vicino il metodo demopratico e dando il loro contribuito. La sessione di lavori ha quindi permesso di alimentare le pratiche degli ambasciatori, ponendo le basi per un nuovo sviluppo del progetto Rebirth/Terzo Paradiso. Il frutto dei confronti è stato colto in plenaria, momento che ha visto ogni facilitatore intervenire e offrire una sintesi di quanto discusso in precedenza.
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I tavoli di lavoro.
Quali sono le proposte emerse? La creazione di una cartografia che favorisca la comunicazione attraverso il network tra le ambasciate in Italia e all’estero; una formazione sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile rivolta agli ambasciatori, in modo che tutti possano operare con una base di conoscenza comune e condivisa; un maggior coinvolgimento degli ex residenti UNIDEE; offrire un supporto a Cittadellarte in modo che possa gestire e offrire più servizi agli ambasciatori, creando così un team di lavoro a sostegno dei progetti e delle attività; mettere a sistema le competenze per un’ottimizzazione dei costi.
La giornata si è conclusa con un momento di convivialità, non poteva essere altrimenti: una cena, tutti uniti, presso le Cucine Popolari Bologna, luogo deputato all’accoglienza, al dialogo, alla pratica e ‘crocevia di anime diverse’. Paolo Naldini, nel pomeriggio, aveva rivolto un invito agli ambascitori che sembra già stato accolto: “Ognuno di noi è una goccia indivuale nella propria ambasciata – queste le parole del direttore di Cittadellarte – ma dobbiamo riuscire a essere anche pioggia che cade intera e unita insieme”.